In Vigontina San Paolo consideriamo lo Sport, e più in particolare il Calcio, quando praticato con criterio e qualità, un eccellente strumento di integrazione, al pari della scuola e del lavoro.
Si tratta di contesti sociali solo apparentemente diversi ma in realtà in stretta comunicazione e relazione tra loro. Perché il percorso, nel combattere i pregiudizi e nel costruire un circolo virtuoso tra famiglie, Istituzioni, operatori e opinione pubblica, è lo stesso.
Il diritto a una scuola di qualità, le opportunità concrete per entrare nel mondo del lavoro e la possibilità di praticare sport a livello promozionale o agonistico, sono aspetti imprescindibili nel raggiungimento di una vera e piena autonomia personale e sociale per tutti i bambini, adolescenti e adulti con disabilità intellettiva e relazionale.
Ogni disciplina sportiva, oltre all’importanza del benessere fisico, porta con sé delle precise dinamiche che consentono ai ragazzi – anche e soprattutto attraverso una sana competizione – di interagire sinceramente, di “mettersi in gioco” e di dimostrare quali possano essere le loro reali capacità.
Nel mondo del calcio, e dello sport in generale, esistono regole e dinamiche precise di autodeterminazione ma, allo stesso tempo, viene a mancare la presenza costante della famiglia o di ulteriori “protezioni” che, alcune volte, possono impedire ai nostri ragazzi di esprimere sé stessi.
Gli atleti con disabilità intellettiva e relazionale – tra cui sono inclusi anche coloro affetti da sindrome di Down – sono in grado di confrontarsi, base delle performance e dei risultati sportivi, con altri atleti, disabili o normodotati che siano.
L’obiettivo che VSP si pone, attraverso l’affiliazione a FISDIR, può essere visto da più di una prospettiva. I due che risultano più immediati sono senz’altro:
- fornire alle famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale precisi punti di riferimento per poter avviare i propri figli, nel migliore dei modi, alla pratica dell’attività sportiva
- consentire agli operatori, ai tecnici e a tutte le famiglie di tesserati VSP, di avvicinarsi con competenza al mondo della disabilità riconoscendo così le potenzialità di questi ragazzi e atleti, che sono molte. Basta metterli alla prova.
Mettiamoli, mettiamoci alla prova.