Con l’articolo di oggi andiamo a conoscere più da vicino una delle «colonne» dello staff tecnico della Vigontina San Paolo: parliamo dello «storico» preparatore dei portieri Luca Sovegni, in società addirittura dall’annata 2008/2009, che quest’anno segue in prima persona tutti gli estremi difensori bianconeri dai Giovanissimi alla prima squadra.
Nato a Noale il 2 settembre del 1967, Luca ha alle spalle una carriera calcistica di buon livello che lo ha visto indossare dall’Eccellenza alla Terza Categoria le maglie di Malcontenta, Zianigo, Pianiga, Mellaredo, Vigontina, Campocroce e Calvi Noale.
Nel 2001 consegue il patentino di allenatore «Uefa B» e inizia l’avventura da preparatore dei portieri (relativo patentino ottenuto nel 2017) in Eccellenza al Pianiga Mellaredo: seguono altre importanti esperienze con Fossò e Strà fino al 2008, quando l’allora direttore sportivo Alessandro Bragagnolo lo chiama a Vigonza per intraprendere la pluriennale avventura che sta tuttora proseguendo.
«Ricordo che all’epoca la squadra aveva l’esigenza di schierare sempre un portiere “fuori quota”, che però ogni anno bisognava andare a prendere da altre società – rivela Luca – Il responsabile del settore giovanile era Lucio Fasolato e c’era l’idea di creare una scuola di portieri per crescerli e farli sbocciare direttamente “in casa”. Da allora ne è passata tanta di acqua sotto i ponti: tra i ricordi più belli c’è sicuramente la stagione condivisa in prima squadra con Vincenzo Italiano, attuale allenatore della Fiorentina, che mi fece capire e toccare con mano il significato di “professionismo” nel mondo del calcio. Quest’anno ho ripreso a seguire anche i portieri della prima squadra ed è motivo di grande orgoglio e soddisfazione, anche per il fatto che li avevo già allenati entrambi: Fornea era stato qui un anno da giovane mentre Favaron è proprio cresciuto e maturato nel vivaio. Anche tra le avversarie ho ritrovato diverse “vecchie conoscenze”: penso ad esempio ai due portieri della Villafranchese, a Bragato del Cavarzere o allo stesso Vanzato dell’Azzurra Due Carrare».
Quindici anni nella stessa società rappresentano una pagina di vita davvero incredibile.
«La Vigontina San Paolo, per me, è come una famiglia. Mi sono sempre trovato bene con tutti. Nel mio ruolo sono piuttosto severo con i ragazzi, perché ci tengo che abbiano un comportamento di un certo tipo e che studio e sport vadano di pari passo. Ai più giovani, ad esempio, chiedo sempre informazioni sulla pagella. Qualche anno fa un nostro portiere ne aveva una bellissima ma con il 7 in condotta: gli chiesi spiegazioni e mi rispose “mister, mi sveglio tardi e arrivo sempre a scuola in ritardo”. Mi raccomando anche di tenere i capelli tagliati e in ordine: un giorno un ragazzo mi si presentò tutto riccio e mi disse “mi sono fatto la permanente!”. Sono aneddoti curiosi e divertenti, che ricordo con il sorriso. Chiudo con un paio di citazioni di due cari amici allenatori: “se un tecnico non si mette mai in discussione, significa che è in pensione” e “solo chi ha giocato in porta può capire fino in fondo coloro che giocano in porta”. Sono due insegnamenti a cui sono molto legato e che, ancora oggi, mi guidano in questa meravigliosa e straordinaria passione».